Le torri costiere sono antichi manufatti che servirono per vigilare ed anche difendere le nostre coste dagli attacchi dei saraceni, turchi ed ottomani. Ricostruite o ristrutturate nei secoli, per resistere sempre meglio agli attacchi che venivano dal mare, sono oggi diventate mete turistiche e testimonianze della nostra storia marittima. Presenti in tutte le coste italiane, prendiamo in esame qui quelle del territorio di Piombino e della Val di Cornia in Toscana grazie ad un pregiato articolo della nostra amica Barbara Noferi pubblicato in TuscanyPeople. Seguiteci
Di torre in torre lungo la cosa della Val di Cornia
Per raccontare questo itinerario tra gli antichi "sistemi di avvistamento" presenti nella Val di Cornia, ci serviamo di un interessante articolo scritto da Barbara Noferi, giornalista, blogger e conoscitrice ed amante della Toscana e di TuscanyPeople , che ringraziamo. Un itinerario che, attraverso le torri costiere, permetterà di far conoscere questa bellissima parte della costa toscana a tutti quelli che, come noi Artisti del mare, sono appassionati di questo particolare ramo del turismo costiero e culturale.
Ecco l'articolo integrale della nostra Barbara Noferi tratto dalla pagina di TuscanyPeople
Di torre in torre lungo la costa della Val di Cornia
Alla scoperta delle torri costiere della Val di Cornia con Di Torre in Torre, il nuovo affascinante itinerario del Comitato Cultura e Territorio da Baratti al Cornia (tra l’Alta e la Bassa Maremma), che vi porterà a vivere una parte di Toscana antica ed autentica, dove il blu del mare e il verde della macchia mediterranea si mescolano con i colori della storia dell’uomo.
Di Torre in Torre, alla scoperta delle torri costiere della Val di Cornia
La Val di Cornia è una delle zone più suggestive della Toscana, a cavallo tra la l’Alta e la Bassa Maremma. Qui il vento del mare e l’odore della terra si incontrano, creando un paesaggio di rara bellezza.
Sin dai tempi degli Etruschi questo territorio è stato scelto come luogo per fondare città e porti, grazie alla sua perfetta posizione. Le varie civiltà che hanno abitato questo tratto di costa toscana, hanno lasciato varie testimonianze del loro passaggio, tra cui torri e forti di avvistamento. Andiamo insieme alla scoperta delle torri costiere della Val di Cornia, attraverso un suggestivo itinerario in equilibrio tra terra e mare.
Di Torre in Torre con Massimiliano Talò
Partiamo dalla cosiddetta Torre del Sale nelle vicinanze di Piombino e dove abbiamo il piacere di essere accompagnati da Massimiliano Talò, presidente del Comitato Cultura e Territorio da Baratti al Cornia. Nato nel 2019, il Comitato nasce con lo scopo di valorizzare il territorio rurale aperto del Comune di Piombino. “In pratica – racconta Massimiliano – volevamo riscoprire emergenze storiche dimenticate o trascurate ripercorrendo anche sentieri e strade bianche”.
Torri costiere della Val di Cornia: la Torre del Sale
La Torre del Sale è la prima torre costiera che incontriamo, a circa 7 km a est di Piombino.
Nella prima metà del XVIII sec. per volontà dei Lorena, da poco insediati al governo del Granducato di Toscana, fu eseguita una rilevazione delle torri costiere della Val di Cornia con l’obiettivo di verificare la loro funzionalità. Seguirono opere di miglioria, potenziamento ma anche nuove costruzioni di strutture difensive, come appunto la Torre del Sale, nel 1785.
Questa torre, eretta nella pianura paludosa in prossimità delle antiche saline di Piombino, da cui prende il nome, è composta da due parti addossate tra loro che insieme formano la parte più antica. Successivamente fu poi aggiunto un terzo edificio con caratteristiche diverse rispetto alla struttura originaria.
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Torre Mozza
Le torri storicamente poste al controllo del litorale tra Piombino e Follonica sono appunto due: Torre del Sale e Torre Mozza. La distanza tra i due presidi risulta essere regolare, infatti ci sono esattamente 7 km in linea d’aria tra Torre Mozza e Torre del Sale e circa 6 km dalla Torre di Follonica. Questo permetteva un perfetto controllo del litorale che si sviluppava in 3 km ad est e 3 km ad ovest.
Guardando attentamente la struttura, possiamo notare ben tre periodi diversi di intervento. La Torre, più antica, risalente alla prima metà del ‘500, volge verso il mare, ha una pianta quadrata e mura molto spesse. Si tratta di una tipologia tra le più ricorrenti nelle torri costiere della Val di Cornia. La parte vecchia invece, costruita per respingere le incursioni dei pirati turchi, probabilmente fu eretta sulle fondamenta di una preesistente Torre Pisana del XII Secolo.
Alla parte più vecchia, lato terra, sarebbe stato aggiunto un ulteriore edificio centrale per permettere attraverso una scala, di accedere ai piani superiori della Torre. L’ultima parte della struttura, sembra una palazzina di epoca antica. Attualmente Torre Mozza è un albergo di lusso.
Curiosità: poco distante dalla riva affiorano i resti di un tracciato riferibile ad un’antica strada romana.
Forte di Piombino
Il nucleo storico di Piombino, un tempo compreso entro una cinta muraria, ancora in parte visibile, si stende con un prolungamento verso la fascia costiera meridionale. Le mura erano caratterizzate da quattro punti strategici: l’originaria Cittadella, posta all’estremità ovest, la Fortezza, all’estremità est, il Rivellino, principale accesso alla città, e dalla parte opposta uno stretto sperone roccioso verso il mare. Il prolungamento delle mura portava anche al Castello, sede di controllo militare. Quest’ultimo costituì probabilmente l’elemento di avvistamento costiero della città di Piombino verso un determinato tratto del litorale.
Torre di Baratti
Tra le torri costiere della Val di Cornia, questa forse è una delle più rinomate. Conosciuta anche come Torre di Porto Baratti, probabilmente risalente al XV o XVI sec., la Torre di Baratti si trova all’estremità sud-ovest del Golfo omonimo. Secondo gli esperti, la struttura viene citata per la prima volta su una mappa databile tra il 1590 e il 1610.
La Torre di Baratti si sviluppa partendo da un basamento a pareti scarpate fino ad un marcapiano posto a circa un terzo dell’altezza totale. La parte alta della Torre pare non abbia subìto molte trasformazioni nel corso del tempo. All’esterno le pareti sono quasi prive di finestre, le poche presenti di modeste dimensioni. Attualmente i muri maestri e la copertura a terrazza sono in buono stato di conservazione.
Il restauro
Restaurata sotto Pietro Leopoldo di Lorena (1765-90), la Torre ha svolto anche la funzione di Dogana, a partire dal 1817; verrà definitivamente disarmata dopo l’Unità d’Italia, passando poi al demanio civile e divenendo infine proprietà privata. L’attuale planimetria è diversa da quella presente nella mappa del Catasto Generale di Terraferma del 1821, noto anche come Catasto Leopoldino.
Nel 1821 infatti, immaginando di guardarla dal mare, avremmo visto solo la torre ed un più piccolo edificio sul fianco sinistro e a circa 20 metri di distanza una piccola dipendenza distaccata. Alla base avremmo visto una scala esterna che da terra conduceva al primo piano, l’unico accesso verso l’interno. In alto infine, una loggia coperta a tetto. Il 13 giugno 1913 è stato istituito un vincolo sulla Torre che è così stata riconosciuta bene architettonico di interesse culturale.
Curiosità: A volte cercando la struttura online potremmo essere indirizzati altrove. La struttura turistica infatti, nota oggi come la Torre di Baratti è invece costituita da un’alta torre a pianta quadrata e un altro edificio ad essa addossato, ma compare nel catasto leopoldino del 1821 e nella toponomastica dell’Istituto Geografico Militare come “La Casaccia” o semplicemente “Casaccia”. La denominazione come Torre di Baratti sembrerebbe dunque impropria e viene indicata nella cartografia (a partire dal XVI secolo), presso il porticciolo, vicino al ristorante Canessa.
Torri costiere della Val di Cornia: Casetta Falcone
Il litorale che separa Piombino dal Golfo di Baratti è molto lungo, ma nella prima metà dell’800 vi erano due soli posti armati di vigilanza costiera, oggettivamente pochi ed anche di piccola entità: il Ridotto di Rio Fanale e La Casetta del Falcone. Costruita sul promontorio che domina Salivoli, la Casetta Falcone consentiva una sorveglianza completa della costa ai suoi lati. Da qui, in caso di pericolo, si attivavano le segnalazioni identificabili immediatamente dal Forte di Piombino.
Ovviamente la Casetta Falcone, oggi distrutta, era una struttura miliare diversa per tipologia ed ubicazione, dalla più recente Casamatta, anch’essa edificio militare ma risalente alla seconda guerra mondiale.
Ridotto di Porto Vecchio
Ad est del porto, fino al secolo scorso esisteva il ridotto di Porto Vecchio, detto anche Torretta di Porto Vecchio, che assolveva il duplice compito di controllo e difesa dell’ingresso al porto. Oggi di esso non restano che poche pietre sparpagliate tra la battigia e la bassa scogliera. L’edificio attuale può anche ricordare in alcuni suoi aspetti generali la forma di un’antica torre, ma alcuni dettagli non testimoniano un’antica struttura.
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Ridotto di Rio Fanale
Lungo la costa tra Piombino e Populonia si trova una zona denominata Rio Fanale. Nel testo del Repetti (1835) non si parla di una torre ma di un ridotto, dipendente dal circondario militare di Piombino. Purtroppo l’ubicazione esatta dell’antico posto armato di vigilanza costiera non è nota.
Confrontando carte più recenti con il Catasto Generale di Terraferma del 1821, gli esperti sono riusciti ad individuare più di un edificio. Uno a monte della punta di Rio Fanale (distante dalla costa circa 80 metri), circondato da una piccola resede quadrangolare, di solito assegnato ai posti armati e denominato appunto “Rio Fanale” e un secondo edificio alla Foce del Fosso di Rio Fanale, proprio sulla spiaggia, segnato col nome di “Torre di Rio Fanale”.
Fu poi, Vittorio Emanuele II, su proposta del Ministro della Guerra Alessandro della Rovere, con un Regio Decreto del 8 aprile 1863, a stabilire che alcune piazze e posti fortificati dello Stato cessassero di essere considerati tali. Tra questi molte delle Torri, Ridotti e Casette appartenenti al sistema difensivo del nostro itinerario tra le torri costiere della Val di Cornia.
Di Torre in Torre, l’itinerario per scoprire le torri costiere della Val di Cornia
Di Torre in Torre, il percorso lungo la costa toscana alla scoperta delle torri costiere della Val di Cornia termina qui. Ringraziamo Massimiliano Talò che ci ha accompagnato alla scoperta di questi luoghi affascinanti e facciamo i nostri complimenti a tutti i componenti del Comitato Cultura e Territorio da Baratti al Cornia che, proprio come noi di TuscanyPeople, lavorano ogni giorno per far conoscere le bellezze e le eccellenza di questa splendida terra chiamata Toscana.
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Bene. Ringraziamo al nostra amica Barbara Noferi e TuscanyPeople per averci portato alla scoperta delle torri costiere della Val di Cornia, opere suggestive di questa parte della costa Toscana. Sicuramente ritorneremo con altri post a parlare di questo territorio, dove la bellezza del verde delle pinete e della macchia mediterranea si mescola con l'intenso blu del mare. Per ora ci salutiamo con alcune particolari foto del castello di Piombino messe a disposizione dai nostri tre delfini che, come al solito, ci deliziano con stupendi scatti artistici.
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